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31 Gennaio 2014 ~ 0 Comments

Electrolux, lavoro e rendita nella costituzione materiale del paese

Il caso Electrolux è un’occasione per riflettere sulla nostra falsa coscienza e sul perché non riusciamo ad avere una buona politica industriale o, più semplicemente, una buona politica. Il difetto è nell’interpretazione. Nelle storie che ci raccontiamo.

Non ci sono multinazionali cattive che ricattano la nostra gente, gettando sul lastrico famiglie di operai volonterosi. Non ci sono nemici esterni. C’è invece un groviglio di decisioni sbagliate che abbiamo preso noi, nel corso di molti anni, e che coinvolgono le nostre amministrazioni locali, le associazioni e i sindacati. Agli azionisti di Electrolux sono state garantite condizioni di favore, in passato, finanziamenti pubblici, agevolazioni. E continuiamo ancora oggi a fare la stessa cosa con FIAT, Alitalia, INPS e altri mille monopoli pubblici e privati sparsi per l’Italia. Convinti che la grande impresa ci salverà.

Electrolux

 

 

 

 

 

Perché investiamo tanto tempo e denaro al servizio delle grandi organizzazioni, piuttosto di far funzionare il sistema flessibile dei distretti e delle piccole imprese?

E poi: come gestiamo le risorse e le contraddizioni interne alle nostre società locali?

Chi ha venduto le piccole aziende di Prato agli investitori cinesi? Non sono forse proprio quei piccoli imprenditori che si lamentano oggi della concorrenza straniera? Sono gli stessi che, poco tempo fa, erano contenti di aver ottenuto una buona rendita dalla cessione della propria azienda. Ai cinesi.

Così come i veneziani che si lamentano del declino della loro città sono gli stessi che hanno venduto le case agli stranieri e trasformato Venezia in un mercatino turistico da quattro soldi. Sono gli stessi che hanno ceduto osterie e ristoranti o hanno chiuso attività produttive sulla costa, vendendo aree ai costruttori di condominii, per una piccola rendita di breve termine. Si comportano esattamente come i contadini che hanno venduto la propria terra alla Findus per comprare un posto di lavoro amministrativo (pardon una rendita amministrativa) nella Piana del Fucino.

In nome di quale piatto di lenticchie abbiamo rinunciato al nostro futuro? Cerchiamo risposte chiare a queste domande e faremo un passo avanti. Invece di continuare a cercare nemici esterni.

La stessa riflessione vale per il nostro modello di impresa e di territorio. Non ci sono buoni e cattivi nella devastazione del paesaggio, nel declino dei distretti e del turismo, nella trasformazione delle nostre città in una sequenza di buche da coprire, invece che incubatori di conoscenze e business da progettare.

Non siamo traditi dagli alleati tedeschi o dagli invasori svedesi o cinesi, ma da noi stessi e dalle storie che ci raccontiamo. Che ci impediscono di dare a giovani volonterosi il supporto di cui hanno bisogno per costruire il proprio futuro, lontano dall’ideologia paternalistica dell’impresa “madre” e dalla politica miope della “rendita” garantita dallo Stato.

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