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12 Gennaio 2014 ~ 2 Comments

Piano Casa e valorizzazione del territorio

Negli anni della Seconda Repubblica le famiglie del Nordest hanno pensato di tutelare il risparmio generato dalla manifattura investendo in case, capannoni e appartamenti. In vista del progressivo calo dei valori pensionistici, hanno inoltre immaginato di usare gli affitti come fonte integrativa del reddito.

Questo mondo immaginario sta crollando sotto il peso di un eccesso di offerta immobiliare e di un regime fiscale sempre più penalizzante. Dalla crisi strutturale dell’edilizia stiamo entrando in una crisi strutturale del modello di produzione e allocazione del risparmio.

In questo quadro le iniziative del governo hanno, paradossalmente, almeno un effetto positivo. Stimolano l’emergere di un nuovo modo di organizzare il risparmio e il territorio.

 

Piano Casa

 

 

 

 

 

 

 

Ha poco senso, invece, spaccarsi tra favorevoli e contrari al Piano Casa o alle tasse sugli edifici.

Le lobby del settore costruzioni sbagliano a scambiare il Piano Casa o il Piano Città come soluzioni di emergenza per la ripresa. Nulla sarà come prima e non serve alimentare artificialmente la domanda con nuove concessioni, se la speranza di plusvalenze future si assottiglia ogni giorno di più.

Le lobby dei proprietari sbagliano a contrastare le proposte dei costruttori. Non è vero che il valore degli edifici esistenti può essere mantenuto solo se non si costruisce. E’ un’alleanza di carta quella che unisce oggi sindaci, cittadini, organizzazioni ambientaliste e dell’agricoltura, attorno alla parola d’ordine: basta con nuovi edifici e capannoni che mangiano la terra e deturpano il paesaggio!

Serve un patto serio di sviluppo locale. In una nuova visione del futuro.

Il settore delle costruzioni può avere ancora un effetto positivo sulla congiuntura e sui conti delle famiglie. E’ indispensabile alla diffusa ri-generazione del territorio. Ma deve cambiare pelle e obiettivi!

Deroghe alle normative fiscali, in favore degli investitori che ristrutturano l’esistente, anche con interventi radicali e rifacimenti integrali, possono aiutare a mettere d’accordo gli interessi di tutti. Possono indirizzare nuove forme di risparmio e investimento.

Sindaci e costruttori del Veneto sono in tempo per utilizzare il Piano Casa come un’occasione per mettere in piedi un nuovo tipo di industria, per imparare nuove modalità di valorizzazione del patrimonio e concorrere, insieme, a definire nuovi modi di costruire e risparmiare sugli edifici.

Comincino a fare sul serio, che il tempo a disposizione è scaduto. Il risparmio arriverà.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 12 Gennaio 2014 (© Il Giornale di Vicenza)

2 Responses to “Piano Casa e valorizzazione del territorio”

  1. Alessio Righele 21 Gennaio 2014 at 12:56 Permalink

    Concordo pienamente che l’unica direzione percorribile è la rigenerazione del territorio. Conosce esempi di sindaci che stanno percorrendo con efficacia questa strada?

  2. Paolo Gurisatti 23 Gennaio 2014 at 07:39 Permalink

    Ci sono molte esperienze, positive e negative, su cui riflettere. E molte occasioni per discutere con i diretti protagonisti.
    A breve termine, nel Veneto, posso indicare due appuntamenti utili:

    a) la Green Nordest Week organizzata da Energheia a Padova il 30 e 31 gennaio 2014 – vedi http://www.greenordest.it
    b) il workshop organizzato da ECLT – European Centre for Living Technologies di Cà Foscari a Venezia il 31 gennaio e 1 febbraio 2014 – vedi http://www.insiteproject.org/event/designing-a-more-sustainable-europe-stories-for-change-and-innovation/


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