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26 Ottobre 2013 ~ 0 Comments

E se avessimo davvero più giovani bravi in pista?

Da qualche settimana assistiamo a uno spettacolo inedito. Nei telegiornali della sera ci capita di osservare un nostro Presidente del Consiglio che interviene all’ONU, parla con Obama, incontra imprenditori, in fluente lingua inglese. Un presidente che parla a un’assemblea di Parigi, in impeccabile francese. Costringe i nostri giornalisti a tradurre in lingua nazionale i suoi ragionamenti, commentando i risultati raggiunti sul fronte esterno.

Quanto vale questo cambiamento in termini di reputazione, orgoglio nazionale, stimolo al rinnovamento interno? Moltissimo!

Non spenderò una sola riga a discutere la qualità e la competenza del Primo Ministro attuale. La consistenza delle sue argomentazioni. Non una riga per commentare i risultati da lui raggiunti sul fronte di Telecom o Alitalia o sui tagli della spesa pubblica. Mi soffermo soltanto su un aspetto della sua funzione pubblica, che mi ha colpito in questi giorni: la sua capacità di rappresentarci in modo congruo, secondo regole e consuetudini da paese civile, all’altezza dell’economia globale.

E’ un aspetto per nulla secondario, nella nostra vicenda nazionale. Avere un Presidente del Consiglio giovane (almeno rispetto alle carampane che abbiamo mandato in giro fino a ieri), che parla molte lingue, non fa gestacci inconsueti, ragiona sul rapporto tra noi e il mondo con giudizio e competenza. Fa onore al paese. Cambia l’immagine dell’Italia. Dà coraggio ai giovani che hanno le valigie in mano.

E parliamo di un signore che è sulla breccia da vent’anni, da quando aveva i pantaloni corti, da quando era già ministro in pectore, sacerdote dell’economia, al seguito di Andreatta. Cosa potrebbe succedere se il potenziale inespresso del Paese, intrappolato nel mancato ricambio generazionale, venisse finalmente liberato? Non solo in politica, ma anche nelle imprese?

La performance del Presidente del Consiglio mostra in modo chiaro e comprensibile a tutti cosa potrebbe succedere se il controllo della politica e dell’economia passasse a giovani di talento, con una cultura e una levatura internazionali. Dietro all’attuale premier ce ne sono altri pronti a dare il loro contributo.

In una fase confusa, nella quale vecchie cariatidi resistono oltre ogni limite e ritegno, confidando nel consenso di un popolo invecchiato, stanco, inacidito e rancoroso, che ancora si gingilla tra comunismo e anti-comunismo, diciamo ad alta voce: largo ai giovani, voltiamo pagina!

Attenzione! Non giovani qualsiasi, quelli dei talk show all’italiana, quelli dei giornali patinati, con la battuta facile. Quelli veramente competenti, che reggono al confronto internazionale.

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 29 Ottobre 2013 (© Il Giornale di Vicenza)

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