Home » Prima pagina » Serve una nuova identità per l’area metropolitana sognata dai sindaci di Vicenza, Verona e Rovigo. (Towards an “identity based” policy for a new metropolitan area)

14 Settembre 2013 ~ 0 Comments

Serve una nuova identità per l’area metropolitana sognata dai sindaci di Vicenza, Verona e Rovigo. (Towards an “identity based” policy for a new metropolitan area)

Quali sono i vantaggi dell’aggregazione territoriale proposta da Variati, Tosi e Piva?

I tre amministratori hanno deciso di costruire una nuova grande “provincia” a fianco dell’area metropolitana emergente tra Venezia, Padova e Treviso. Si tratta di un progetto un po’ meno “metropolitano” di quello previsto nell’area orientale della regione, più simile a una rete di città che a un polo urbano integrato, ma non meno ricco di potenzialità infrastrutturali e di servizio.

Ovviamente più di così non è possibile dire. Oggi. Siamo alle intenzioni. All’autonomia del politico. La decisione assunta prescinde da ragionamenti sofisticati, analisi costi-benefici o spinte sociali. Risponde all’imperativo categorico, imposto dalla crisi della Seconda Repubblica, di razionalizzare la spesa e rendere più efficienti non solo gli apparti amministrativi, ma soprattutto gli investimenti pubblici. Non vale neppure la pena di discuterla.

Vale la pena invece chiedersi quale sia il processo, non solo amministrativo, che si può attivare per rendere la nuova entità emergente in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese.

L’area di cui stiamo parlando è una delle più industrializzate del Nordest. E’ caratterizzata da importanti distretti manifatturieri e possiede un nodo infrastrutturale importante, come quello di Verona. Presenta una forte vocazione agricola, nell’area a sud dell’asse autostradale, ma anche notevoli insediamenti turistici, sparsi tra il Lago di Garda, il Baldo, l’Altopiano di Asiago e i Colli Berici.

Quali ulteriori investimenti può progettare quest’area, per aumentare la propria storica capacità di attirare flussi di traffico, investimenti e nuova occupazione?

A questa domanda non c’è oggi un’immediata e ovvia risposta. C’è l’ipotesi di irrobustire i collegamenti con l’Europa attraverso la rete dell’Alta Velocità ferroviaria, ma non è in programma alcuna stazione “medio padana” come quella inaugurata a Reggio Emilia poco tempo fa. C’è l’ipotesi accrescere l’integrazione economica con il Trentino. Ci sono accordi, sia pure parziali, tra utility e fondazioni bancarie. C’è anche un’azienda editoriale che gestisce giornali e televisioni locali nell’area. Ma non c’è un accordo soddisfacente sulla rete autostradale (vedi le difficoltà incontrate dalla Valdastico), né un piano di sviluppo pedemontano e neppure un accordo serio per la gestione integrata delle fiere.

Realizzare un’aggregazione amministrativa capace di risolvere questi temi sospesi sarebbe già un notevole passo avanti. Ma la vera svolta, impossibile senza la mobilitazione della società civile, è dare una nuova identità al territorio nascente. Cosa possono mettere in comune i cittadini di Vicenza, Verona e Rovigo? Cosa possono fare gli imprenditori delle associazioni e i rappresentanti delle Camere di Commercio per caratterizzare la nuova “provincia” o rete metropolitana?

Su questo fronte i rappresentanti del sistema politico dovrebbero fare di più.

 

Pubblicato sul Giornale di Vicenza del 14 Settembre 2013 (© Il Giornale di Vicenza)

Leave a Reply