Home » Prima pagina » Italy “bad company” – Perché caricare sui giovani il peso del passato?

24 Maggio 2013 ~ 0 Comments

Italy “bad company” – Perché caricare sui giovani il peso del passato?

Il nuovo governo affronta la priorità: “giovani”. Non solo il Primo Ministro Letta, ma anche il ministro tecnico Giovannini è in prima linea con proposte operative. Parla di manovra straordinaria da 12 miliardi per rilanciare l’occupazione giovanile. Vedremo cosa riuscirà a fare.

Enrico Giovannini

 

 

 

 

 

 

 

In materia di contratti e normative sul lavoro è difficile far peggio della Fornero, ma bisogna superare la prova sindacati. Negli ultimi tempi sempre più arroccati in difesa di regole contrattuali obsolete, buone solo per le generazioni già occupate e pensionate. In linea con un’idea di lavoro “dipendente” che la crisi e i cambiamenti organizzativi delle aziende stanno ormai cambiando radicalmente.

Il governo deve inoltre venire a capo delle difficoltà e delle imperfezioni dell’INPS. Mentre i cosiddetti “esodati” lievitano a cifre astronomiche di giorno in giorno, un giovane occupato precario non sa ancora bene che fine facciano i risparmi accumulati nel “fondo straordinario” della “gestione separata”. In prospettiva il “fondo” costituisce la componente principale delle entrate INPS. Ma l’INPS non se ne cura più di tanto. Nei trattamenti e nelle ricongiunzioni è un impiccio. La priorità va sempre alle categorie “ordinarie”.

Giovannini dovrà cambiare questo sistema se vorrà dare certezze e coraggio ai giovani, ai laureati esclusi dal welfare, che sempre più frequentemente scelgono la strada dell’emigrazione verso sistemi più evoluti e intelligenti. O meglio meno conservatori del nostro e meno iniqui.

Dovrà affrontare il groviglio di normative “ad categoriam” che è stato prodotto in quarant’anni di contratti nazionali bizantini, di riforme e riformine, agevolazioni e trattamenti particolari. Se vorrà creare davvero nuove occasioni di lavoro dovrà usare l’accetta.

Ecco il problema. Dovrà dare un taglio netto, per fare giustizia. Non entrare nei particolari. Ormai non ci capisce più nulla nemmeno la burocrazia sindacale, che pure dell’uguaglianza tra i lavoratori è sostenitrice accanita.

L’inadeguatezza delle norme e dei contratti rispetto alle esigenze delle imprese è talmente imbarazzante da negare ogni speranza. L’incertezza è arrivata a livelli tali che neppure i più affermati commercialisti e consulenti del lavoro riescono a trovare la strada per gestire correttamente le relazioni di lavoro. Come assumere collaboratori a progetto? Come premiare i più meritevoli, in ragione dei risultati raggiunti? Come motivare gli anziani congelati, e ormai stanchi, a svolgere funzioni produttive, in favore dei giovani? Come far posto a nuove competenze nelle amministrazioni pubbliche e nelle aziende di servizio, che sono bloccate dal patto di stabilità, ma soprattutto da doppi contratti e doppi trattamenti (favorevoli ai più anziani)?

Meglio un taglio netto col passato. Una gestione “separata” veramente.

 

Pubblicato sul Giornale di Vicenza del 24 maggio 2013 (© Il Giornale di Vicenza)

Leave a Reply