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17 Aprile 2013 ~ 0 Comments

Serve un Presidente di “transizione”

Il paese ha bisogno di una svolta. Radicale. Vent’anni di Seconda Repubblica non hanno soddisfatto le aspettative degli italiani. La macchina nazionale non va. Non è più la Ferrari degli anni ’60 e ’80. Servono nuovi progettisti, meccanici e costruttori. E un nuovo team leader.

Non possiamo limitarci a cambiare il pilota. Non possiamo limitarci a promuovere in Parlamento e nei salotti televisivi giovani promettenti, apparentemente più belli e svegli degli altri, pensando sempre di avere una macchina competitiva. Dobbiamo cambiare anche quella.

Non serve solo un buon Presidente del Consiglio meno incrostato di ideologia, più giovane e aitante, disponibile a fare passi indietro, per trovare un compromesso con gli altri. Non possiamo pensare che bastino programmi di aggiustamento marginale, per arrivare di nuovo in pole position.

Non bastano i saggi, soprattutto se vecchi e poco innovativi. In dieci giorni, gli ultimi che abbiamo visto, hanno sfornato alcuni suggerimenti per gli alettoni, le gomme e la forma degli specchietti. Ma qui c’è da rifare la scocca!

Non bastano i provvedimenti del governo ordinario. Monti ha svolto il sommesso compito del meccanico esperto, del revisore esterno. Non ha impostato un nuovo assetto di guida. Non è intervenuto sul motore e sulle parti in movimento. Ha stretto i bulloni e cambiato le ruote. C’è bisogno di un nuovo progettista, esperto delle competizioni di oggi. Uno che abbia in mente come si battono i competitori emergenti.

E dunque non basta neppure trovare un accordo tra i partiti della Seconda Repubblica, per promuovere capo dello Stato un notabile blasonato. Bisogna rovesciare la squadra, ripartire da un team leader lungimirante. Trovare un ponte verso il futuro. Il Quirinale non è un premio inutile alla carriera.

Ci vogliono uomini o donne capaci di evocare una storia nuova, capaci di organizzare la transizione verso un nuovo modello. Una nuova macchina. I partiti non sono stati capaci di fare questo finora. Ma neanche gli incazzati di Grillo, con la rete e le “quirinarie”, sono stati capaci di sciogliere il nodo.

I nomi che circolano in questi giorni non dicono nulla. Rispetto al futuro. I giornali pubblicano foto di personaggi che rappresentano solo il passato. Trasmettono un messaggio sbagliato: che il Quirinale è un premio per chi ha fallito.

Non va bene. Mai come in questa occasione la nomina del Presidente delle Repubblica deve essere coraggiosa. Dobbiamo andare oltre Napolitano e Pertini. Serve trovare qualcuno della società civile che sia garante del cambiamento. Meglio un Jean Todt che venga da un altro mondo, piuttosto di una mummia della Seconda Repubblica.

Jean Todt

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 11 Aprile 2013 (© Il Giornale di Vicenza)

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