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27 Marzo 2013 ~ 0 Comments

Le priorità del governo e del paese

Le priorità del paese e quelle del governo purtroppo divergono. La priorità del paese è una sola: aumentare l’efficienza nella spesa pubblica, con una radicale ristrutturazione delle istituzioni e delle procedure amministrative. Le priorità del governo sono invece altre: pompare acqua sulla popolazione inviperita, superare l’ingorgo istituzionale, vendere ai mercati una parvenza di stabilità.

Il dramma della situazione italiana è tutto qui. Una contraddizione schiacciante. Come ne usciamo? Male, se non si forma rapidamente un soggetto politico capace di tagliare il nodo della crisi, con un’agenda rivoluzionaria per una nuova Terza Repubblica.

Un po’ tutti i soggetti esistenti, compreso in movimento di Grillo, sparano oggi fuori bersaglio. Vediamo di capire perché.

Nelle strutture pubbliche il meccanismo di “controllo” della spesa è arrivato a livelli assurdi (sovietici). Per assegnare a un fornitore (interno o esterno che sia) un incarico di lavoro, diciamo da 1.000 Euro, è necessario mettere in piedi una procedura amministrativa da 3.000 Euro. Bisogna infatti definire bandi, costituire commissioni, raccogliere e valutare offerte, selezionare fornitori, scrivere contratti, chiedere pareri ai sindacati, ai TAR, alla Corti dei Conti, assegnare incarichi, controllare risultati, autorizzare “legalmente” i pagamenti…

Il costo di queste procedure è stabilmente superiore al valore “reale” del prodotto utile di ogni fornitore (interno o esterno che sia). Produce deficit e debito strutturale. E, quel che è peggio, non garantisce affatto buoni risultati della spesa! Alimenta solo un circolo vizioso dell’irresponsabilità.

Fino ad ora nessuna forza politica è riuscita ad arginare la farragine del sistema. Non solo. La pressione dell’opinione pubblica post Tangentopoli e le normative UE hanno progressivamente rafforzato il circolo vizioso. In uno Stato pesante, che non si limita a pochi grandi appalti, ma entra nella gestione diretta di una miriade di attività minime, maggiori “controlli” hanno significato solo maggiore corruzione e spreco strutturale .

La Lega prima, Berlusconi poi e Grillo adesso non hanno tagliato il nodo.

Il Movimento 5 Stelle, oggi, non sembra lanciato a modificare il funzionamento “normale” del sistema. Contesta alcune opere importanti, come la TAV o il termovalorizzatore di Parma, pone alcuni paletti ai politici eletti, ma non arriva al problema dei problemi.

Come interrompere allora questa spirale senza fine, che strozza l’Italia produttiva. Mettendo al primo posto dell’agenda politica il “taglio delle procedure” e la “responsabilizzazione” dei dirigenti e dei funzionari. Non solo dei politici.

Se qualcuno, che ancora non si vede, non sarà capace di fare questo, Grillo o non Grillo, la Seconda Repubblica italiana imploderà malamente. Per soffocamento. Come l’Unione Sovietica.

Pubblicato su Il Giornale di Vicenza del 27 Marzo 2013 (© Il Giornale di Vicenza)

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