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01 Aprile 2014 ~ 0 Comments

Nordest. Ottimi voti al governo Renzi

I voti dei cittadini del Nordest (sondaggio DEMOS di oggi) segnano un punto a favore di Renzi e bocciano le opposizioni. Il fenomeno è interessante, perché indica un’elevata mobilità di consensi. Anche in una regione, come il Veneto, stabilmente orientata a centro-destra e tuttora favorevole alla Lega e al governatore Zaia.

C’è consenso nei confronti di Renzi e dissenso sul messaggio delle opposizioni. Ai cittadini del Nordest non piacciono le sparate di Salvini sull’Euro e lo scontro parlamentare, contro tutto e contro tutti, di Grillo. Non piace neppure la tracotanza di Berlusconi. E questo accade un po’ in tutti gli strati sociali e in tutte le correnti politiche.

Questo significa che ne vedremo delle belle alle prossime elezioni: europee, amministrative del 2014, ma anche e soprattutto regionali del 2015. Se Renzi dura…

Renzi riesce a marcare il distacco della sua amministrazione da quelle precedenti. Trova consensi tra gli imprenditori e i lavoratori autonomi, oltre che tra gli elettori del PD. Con il viaggio a Treviso, due giorni dopo l’incarico, mette enfasi sulla scuola e sui problemi delle famiglie, cattura il cuore dei ceti produttivi del Nordest e degli stessi forconi.

Si tratta di un risultato provvisorio, niente affatto scontato, che potrebbe aprire una fase nuova. Potenzialmente dirompente e non più anti-politica. La gente, anche a Nordest, è talmente stufa della “vecchia” politica che premia Renzi a prescindere dai risultati. E se Renzi ha successo, e cambia davvero l’agenda e i comportamenti governativi, cambia la stessa domanda politica, con una catena di terremoti non sono dentro il PD, ma anche negli altri partiti.

L’elevato consenso al governo attuale nasconde quindi un’insidia e un’opportunità.

L’insidia consiste nel fatto che, se Renzi fallisce, non ce n’è più per nessuno. La fiducia crolla a livelli impossibili e potrebbe crescere addirittura la domanda di indipendenza.

Bandiere Venete

 

 

 

 

 

L’opportunità deriva invece dal fatto che, se Renzi riesce a fare vere riforme, la gente comune cambia prospettiva. Gli elettori capiscono cosa significa avere una nuova classe dirigente e imparano a distinguere tra nuova e vecchia politica. En passant le reazioni negative alla ricetta “vecchia” del ministro Madia, sul pubblico impiego, sono solo un assaggio di quanto potrebbe accadere.

Nessun candidato “vecchio”, in un quadro nazionale del fare, avrebbe più probabilità di successo. Neanche se incinto e a vent’anni. In questa direzione gli stessi dirigenti politici del Nordest avrebbero bisogno di un profondo re-styling. Verrebbero giudicati in ragione dei progetti conclusi e non più, semplicemente, della capacità di attirare consensi. Contro Roma, contro Venezia o Bruxelles.

Se dura, il turbine Renzi minaccia di diventare un benchmark per la politica. L’onda lunga da lui generata, potrebbe produrre, tra un anno, conseguenze importanti, a partire dal Veneto e dal Nordest.

Pubblicato su Il Gazzettino del 1 Aprile 2014 (© Il Gazzettino)

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