Nordest e campionato europeo
Sull’opportunità, necessità, di partecipare al campionato europeo delle regioni più performanti non credo esistano dubbi. Tutti, nel Nordest allargato dal Friuli all’Emilia Romagna, concordano su questo punto. Il problema è: come?
La Fondazione Nordest, ma anche i report preparati dalla Regione Veneto in vista della prossima fase di programmazione (2021-27), evidenziano segnali di rallentamento dell’economia nordestina, rispetto alla media nazionale. Ben inteso, parliamo sempre di un rallentamento relativo, in un territorio vasto, che resta, in termini di PIL pro-capite e di export, su livelli assoluti molto elevati.
È la stessa questione del cambiamento climatico o del consumo di suolo. Finché la barca va, perché cambiare? In quale direzione?
Da anni c’è un gruppo di commentatori che insiste sulla necessità di abbandonare la logica dei campanili e delle province, procedendo verso un sistema unitario più metropolitano. Per competere nella Premier League europea, il Nordest dovrebbe darsi un “commissario tecnico” unico, capace di affrontare i punti deboli della difesa e dell’attacco, con una visione di gioco ampia e di lungo periodo.
Non c’è dubbio che Milano e Bologna abbiano accettato questa prospettiva, mentre Venezia continua a rappresentare un’anomalia nella propria stessa regione, invece di svolgere funzioni di capitale, in alleanza con altre capitali. Basta vedere le scelte del suo leader attuale.
Nello stesso tempo c’è un secondo gruppo di commentatori che insiste a dire: “guai se cambia”! I campanili sono una risorsa preziosa, perché il Nordest è tutto fuorché uno spazio metropolitano. Meglio se continua a svilupparsi secondo logiche di breve periodo, nel fare concreto, evitando i rischi di un centralismo democratico che non ha leader e mediatori, né all’interno della politica, né all’interno della società.

(FONDAZIONE NORDEST)
Nel Veneto, in particolare, c’è una diffusa insofferenza nei confronti dell’élite, soprattutto emiliana, e di qualsiasi disegno programmatorio. Se squadra internazionale deve essere, meglio composta da prime donne senza allenatore e senza accordi di collaborazione.

(FONDAZIONE NORDEST)
La Regione Veneto, nella linea seguita non solo dall’attuale governatore, ma anche e soprattutto dal suo predecessore, abbraccia la seconda posizione, evitando illusioni, ambizioni di classifica, valutazioni serie dell’impatto prodotto dalle politiche di sviluppo (distretti, RIR, IPA, agenzie di sostegno all’innovazione, enti strumentali per la pianificazione delle infrastrutture e delle politiche di attrazione dei capitali e delle risorse umane).
Hanno dunque ragione Luca Paolazzi e Gianluca Toschi a ri-proporre la questione del campionato. Ma non c’è partita. Non ci sarà reazione da parte dei governatori, autonomi sì, da Roma, ma non al punto di rinunciare alle certezze del campionato nazionale.
© Quotidiani Gruppo GEDI Nordest (18 agosto 2022)